Tempo di Brindisi: evitiamo di dire CIN-CIN in Giappone e altre curiosità

   Chi avrà la fortuna di brindare al nuovo anno in Giappone, eviti di dire cin-cin,  perché significa pene.   Il famoso festival della Kanamara Matsuri, la processione fallica che si svolge ogni anno a Kawasaki per propiziare la fertilità, è chiamato anche Chinchin Matsuri. Molto meglio adeguarsi alle usanze del Sol Levante dicendo: “kanpai“.  Il “nostro” cin-cin, deriva da una scherzosa espressione cinese dei marinai di Canton: “qing qing” (che significa : prego prego).  Anche la nostra lingua tende trappole  agli stranieri. Una splendida ragazza del Kentucky veniva a prendere lezioni d’Italiano da me e per sbaglio, una volta disse: Buon Ano. Dopo mezz’ora di spiegazioni e di risate, sono sicura che per il resto della sua vita dirà: Buon ANNNO! Una semplice in meno può creare imbarazzi impensabili. Vi lascio il link di un articolo simpatico sulle parole italiane che possono essere mal interpretate in alcuni paesi come: panna, curva, orto, bimbo, mensa, burro, porro, concia e altre. Con la fervida speranza che ci  si possa comprendere meglio, vi auguriamo uno splendido 2019, colmo di ogni bene immaginabile!!!

https://www.parolacce.org/2016/03/23/falsi-amici-italiano/

DALLE INCISIONI delle GROTTE di CHAUVET di 35.000 ANNI FA – agli – Ebook …

Un brevissimo excursus della storia della scrittura. Riassume 35000 anni d’ingegno umano per comunicare e trasmettere la propria esperienza.

    Vi riporto un brevissimo excursus della storia della scrittura, che elaborai  quando lavoravo presso uno studio bibliografico. Riassume 35000 anni d’ingegno umano per comunicare e trasmettere la propria esperienza.

Sin dai primordi l’uomo ha sempre sentito il bisogno di lasciare una testimonianza,quanto più duratura, del suo passaggio. Già 35000 anni fa era capace di creare i bellissimi disegni ritrovati nella grotta di Chauvet in Francia. Oltre alle stupende rappresentazioni di animali, si possono vedere molti palmi impressi sulle pareti, come una firma. Poi scolpì la pietra, regalandoci meraviglie di cui godiamo ancora oggi. I Sumeri inventarono le tavolette d’argilla, facili da incidere. Qualche tempo dopo un Egiziano molto creativo scoprì come creare dei fogli, con il papiro. Nella lontanissima Cina nell’anno 100 circa, un uomo di corte guardando una donna che lavava i panni nel fiume, colse una fibra di un lenzuolo e capì che poteva farne CARTA.  Per secoli il segreto rimase in Cina, mentre i Romani incidevano la cera su delle tavole di legno e tiravano le pergamene per i documenti importanti. La navigazione, nel Medioevo, permise agli europei di carpire il segreto della carta prodotta con gli stracci e a sperimentare l’uso della cellulosa che usiamo ancora oggi. L’arrivo dei computers sta sostituendo la carta, e con un click scarichiamo libri interi. I metodi sono cambiati… ma il bisogno di testimoniare e tramandare sembra immutato……

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