Sono certa che esistano molte famiglie amorevoli e che il loro Natale sia senz’altro una condivisione di gioia. In questo caso vi benedico e vi auguro di amarvi sempre più, così aiutate l’equilibrio del mondo. Potete anche smettere di leggere. Per chi invece avesse a che fare con dei parenti che mettono a dura prova, quel che segue è dedicato a voi.
Sin da bambina ho sempre coltivato la speranza che almeno il giorno di Natale, almeno un solo giorno in tutto l’anno, si potesse respirare un clima di autentico amore, fratellanza, condivisione, empatia, tenerezza, perché una parte di me e di altre persone che conosco, proviamo una nostalgia struggente. Un bisogno profondo di rivivere, anche per un breve istante, quel qualcosa che sentiamo dentro, un ricordo radicato nella nostra anima che ci vuole dire ciò che siamo in realtà, ma che ci sembra sempre impossibile manifestare. Sì, forse con una sola persona, in un momento eccezionale, ma a una festa, tutti assieme rimane purtroppo sempre un’utopia. Qualche momento forse davanti a un bimbo piccolo, ma poi imperversano tutte le assurdità del regno umano. Tutte le diatribe, i sospesi famigliari emergono a gran forza deludendoci sistematicamente. Quando poi la famiglia non c’è più o addirittura ci si ignora 365 giorni l’anno, questa grande festa simbolo della famiglia, diventa una sorta di fantasma oscuro, che ci ricorda il fallimento o la mancanza delle prime importanti relazioni delle nostre vite. Come uscire da questa prova annuale?
Primo: il Natale è in realtà una festa pagana adottata dalla religione. Aveva lo scopo di compensare il periodo di maggior oscurità. Mi piace considerarla la festa della Rinascita nell’amore Cristico, ma questo lo dovremmo fare (o almeno provarci) tutti i giorni.
Secondo: renderci conto di quanto ci hanno condizionati, imbibiti di idee melliflue, magari in buona fede, proprio da persone che desideravano provare lo stesso calore umano e spirituale a cui ambiamo noi. Siamo noi a dover amare e accettare quelle figure pronte a riversare su di noi le proprie frustrazioni, perché li abbiamo scelti come strumenti evolutivi. Cercare di guardarli con occhi diversi, interrogandoci su cosa avviene in realtà a livello animico tra di noi. Distaccarsi il più possibile, vedere la sofferenza nell’altro e avere compassione. A chi obietterà che è stufo di dover capire gli altri, posso solo dire che non porta a una via d’uscita e che siamo molto più immensi di quel che crediamo. Non è necessario abbracciarli, basta affidarli all’Intelligenza e all’Amore Divino, chiedendo la guarigione del rapporto. Liberiamoci dalle illusioni e dalle favole che ci raccontavano da bambini. Finché viviamo qui, permaniamo nella dualità, dove anche l’oscurità ha il suo compito. Cerchiamo di rinascere noi, liberi e amorevoli.
Terzo: sembra banale e forse lo è, ma più ci distacchiamo, ce ne freghiamo ,per dirla fuori dai denti, meglio vanno i pranzi obbligati. Facevo un gioco quando mi spettavano ancora: fingevo di dover girare un documentario sui comportamenti umani. Era come frequentare un corso avanzato all’Università e vi confesso che a volte mi scappava perfino da ridere. Siamo noi a dare il potere agli altri di ferirci. Certo vorremmo tutti essere amati, compresi, accettati e supportati almeno dalla famiglia; ma abbiamo scelto noi, prima di nascere, proprio quella famiglia precisa per evolverci. Riconosciamo il loro impegno, ringraziamoli e cerchiamo di pensare a quanto karma stiamo mettendo mano. Probabilmente avremmo fatto qualcosa di terribile a queste anime in una vita precedente o parallela…Chi può saperlo davvero? Già solo iniziare a pensare queste cose ci pone in una prospettiva diversa.
Quarto: non presentatevi soli. Schiere di Angeli e Arcangeli saranno felici di proteggervi e sostenervi. Attorniatevi di schiere angeliche, Maestri Spirituali, animali di potere affinché sia una missione di Pace
Che la nostra evoluzione avvenga con Grazia, Facilità e Gioia
Auguro a tutti una Rinascita nell’Amore, la Luce, la Gioia, la perfetta Salute e la Grazia.
Buon Natale!